Siamo un progetto femminista, perciò siamo un progetto che si occupa e difende i diritti umani.
Ed è innegabile che ciò che è successo venerdì notte abbia leso nella maniera più brutale possibile qualsiasi diritto umano.
Ci troviamo di fronte a un’Europa straziata dal dolore di vedere, esanimi, 129 fratelli e sorelle coperti da un lenzuolo bianco.
Non è facile fare analisi. E non ne vogliamo fare, perché non è il nostro compito. E non vogliamo unirci all’esercito di chi fa congetture, paragoni, sarcasmo.
Vogliamo pensare, forse anche piangere.
E lo facciamo con la consapevolezza di dover restare lucidi per evitare che si degeneri e si scada nella ridicola propaganda. Non ci facciamo guidare dalle conclusioni facili, le cose sono complicate. Non cederemo alla tentazione dei canti delle sirene: a noi spetta un compito diverso, per questo non punteremo il dito contro nessuno.
Non punteremo il dito contro i profughi che fuggono da guerre.
Non punteremo il dito contro i milioni di immigrati di tutta Europa, i quali sono tramortiti quanto noi da questi avvenimenti.
Non punteremo il dito contro il miliardo e mezzo di musulmani di tutto il mondo.
Non punteremo il dito nemmeno contro chi fa sciacallaggio.
Non proporremo di usare missili, bombe e granate.
Perché noi siamo diversi. Siamo diversi dagli artefici del massacro di Parigi.
Vorremmo concludere questo nostro breve pensiero, prendendo in prestito alcune parole di Martin Luther King Jr.:
“La più grande debolezza della violenza è l’essere una spirale discendente che dà vita proprio alle cose che cerca di distruggere. Invece di diminuire il male, lo moltiplica. Con la violenza puoi uccidere colui che odia, ma non uccidi l’odio. […] Restituire violenza alla violenza moltiplica la violenza, aggiungendo una più profonda oscurità a una notte che è già priva di stelle. L’oscurità non può allontanare l’odio; solo l’amore può farlo.”