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Contraccezione: una mini-guida al sesso sicuro

Contraccezione: una mini-guida al sesso sicuro

Attenzione! Questo contributo ha uno scopo divulgativo e non rappresenta assolutamente un consulto medico. I contenuti in esso presenti non sostituiscono in nessun modo i pareri medici. Per approfondimenti e per trovare il giusto metodo contraccettivo è necessario rivolgersi agli esperti.

Con la liberazione sessuale e la conseguente desacralizzazione dell’atto sessuale – non più volto esclusivamente al concepimento – è aumentata nella comunità scientifica l’esigenza di studiare e sperimentare nuovi metodi contraccettivi, sempre più efficaci e differenziati a seconda dei casi e dei soggetti che ne fanno uso.

Buona parte della contraccezione di cui oggi disponiamo è stata infatti scoperta o inventata nel corso del secolo scorso, quando le lotte della prima ondata femminista avevano preparato il campo alla rivoluzione sessuale degli anni ’60.

Con la rivoluzione sessuale, quella parte di società occidentale che vi aderì accettò pubblicamente il sesso prima o fuori del matrimonio e pose le basi per il superamento della monogamia e dell’eterosessualità come uniche opzioni possibili.

Grazie alla ricerca scientifica oggi abbiamo a disposizione numerosi mezzi anticoncezionali, ma le informazioni che circolano, soprattutto tra i giovanissimi, sono ancora troppo poche, non chiare e fuorvianti. Proviamo perciò a fare un po’ di chiarezza.

Che cos’è la contraccezione?

Per contraccezione, si intendono tutti i metodi che impediscono in modo temporaneo e del tutto reversibile il concepimento. Tra questi numerosi metodi, i principali ed efficaci possono essere classificati in ormonali e di barriera.

I metodi ormonali

In linea di massima, per contraccettivi ormonali si intendono tutti quei metodi che prevedono il ricorso a ormoni, i quali inibiscono l’ovulazione. Questo tipo di contraccettivo agisce sul sistema ormonale femminile e per questo motivo necessita di prescrizione medica. Prima della loro somministrazione, il ginecologo deve accertarsi che la donna che ne farà uso presenti le condizioni fisiche idonee e anche durante il periodo d’uso è necessario ripetere controlli e analisi. Nel frattempo, molti sono gli studi e le ricerche che la comunità scientifica sta portando avanti per proporre un contraccettivo ormonale maschile.
Quali sono nello specifico i contraccettivi ormonali? Scopriamoli insieme.

  • Contraccettivi orali. Si basano sulla somministrazione di ormoni per via orale che agiscono sul sistema ipotalamo-ipofisi-ovaio. La loro efficacia è molto alta e gli odierni dosaggi si propongono di limitarne gli effetti collaterali. Pur variando nel dosaggio però, tutte queste “pillole” a base di progestinici e/o estrogeni richiedono una grande precisione nell’assunzione: per garantire la loro capacità contraccettiva, oltre alla costanza, di solito si rende necessaria anche una certa puntualità. Si consiglia infatti, per non causare fluttuazioni nel rilascio di ormoni, di assumere la pillola sempre allo stesso orario.
  • Contraccettivi transdermici. Il cerotto inibisce l’ovulazione e il muco cervicale attraverso il rilascio di ormoni. Viene applicato sulla pelle grazie a una parte adesiva. Il rilascio di ormoni è costante, a differenza dei contraccettivi orali, e non si hanno fluttuazioni. Va rimosso e sostituito una volta alla settimana e, di norma, applicato in una zona indicata diversa da quella precedente se si vogliono evitare irritazioni cutanee.
  • Contraccettivi vaginali. L’anello vaginale viene applicato per rilasciare ormoni nel canale vaginale. Anche in questo caso il rilascio è continuo e costante. Si tratta però di un metodo più invasivo dei precedenti e, in caso di problemi come vaginiti o altre infiammazioni locali, potrebbe non essere indicato. L’anello vaginale ha un periodo di utilizzo di 3 settimane, al termine delle quali va rimosso e sostituito con uno nuovo. Essendo comunque un corpo estraneo, per quanto solitamente impercettibile a entrambi i partner durante il rapporto sessuale, potrebbe favorire l’annidamento di batteri e provocare delle infezioni.
  • Contraccettivi intrauterini (IUD Intra-Uterine Device). Le spirali intrauterine possono essere al rame o ormonali: le prime, grazie all’azione infiammatoria del rame, rendono l’utero ostile alla sopravvivenza degli spermatozoi e all’impianto dell’ovocita. Le seconde rilasciano ormoni che interferiscono con la fluidificazione del muco cervicale e lo rendono impenetrabile agli spermatozoi. Le spirali vengono impiantate dal ginecologo, di regola la loro durata è di circa 5 anni e richiedono dei controlli periodici (almeno una volta l’anno).

Nonostante l’efficacia come anticoncezionali sia molto alta, i metodi ormonali non proteggono in alcun modo dalle malattie sessualmente trasmissibili. Per questo motivo, non bastano da soli a garantire la giusta protezione durante i rapporti sessuali.

I metodi di barriera

I metodi di barriera comprendono tutti i contraccettivi che impediscono fisicamente la fecondazione.

        • Condom. L’utilizzo del preservativo evita il contatto tra lo sperma e il corpo del partner. Nasce infatti come metodo di profilassi contro le malattie sessualmente trasmissibili e, solo successivamente, si sviluppa come metodo contraccettivo. Sebbene la sua origine sembrerebbe antichissima, il profilattico in lattice come lo conosciamo oggi è disponibile dal 1920 ed è annoverato tra i medicinali essenziali dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: è cioè uno dei presidi/farmaci più efficace, sicuro e necessario in un sistema sanitario. Proprio per la sua capacità di prevenire le malattie sessualmente trasmissibili, il suo utilizzo non deve essere relegato alla sfera anticoncezionale. Il preservativo è indicato e necessario in tutti i casi, nei rapporti eterosessuali e omosessuali e a prescindere dal metodo contraccettivo scelto.
        • Femidom. Il preservativo femminile è un profilattico che anziché applicarsi sul pene in erezione viene inserito direttamente in vagina prima del rapporto sessuale. Come il profilattico maschile protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili e può essere acquistato in farmacia senza alcuna prescrizione medica. La sua applicazione è simile all’inserimento di un tampone vaginale e può precedere l’atto sessuale anche di alcune ore. Il vantaggio quindi, rispetto al condom, è che il suo inserimento non interrompe la naturalità dei gesti tra i due partner. Se applicato non correttamente però, oltre a non garantire la sua efficacia contro le gravidanze indesiderate, può provocare fastidio durante il rapporto sessuale alla persona che lo indossa.
        • Diaframma vaginale. È un dispositivo costituito da una cupola di gomma inserita su un anello metallico flessibile su cui si applica uno spermicida. Tale dispositivo, che va inserito prima del rapporto sessuale, può essere rimosso non prima delle 6 ore dal coito e non oltre le 24.
        • Dental Dam. Il Dental Dam non è un metodo contraccettivo ma di prevenzione. Si tratta di un piccolo foglio in lattice che fa da barriera tra la bocca e la vagina o tra la bocca e l’ano e protegge dalle infezioni che si possono trasmettere durante alcuni rapporti orali. Molto efficace nel suo ruolo di protezione e facile da usare, il dental dam si stende sulla parte di interesse e può essere tenuto da chi pratica o da chi riceve sesso orale.

Oltre ai metodi appena citati, ne esistono degli altri pensati per persone e casi specifici. Vediamoli insieme.

  • Altri metodi intrauterini. Sono forme contraccettive di natura meccanica. Si tratta di dispositivi di diverso tipo che possono essere utilizzati solo a seguito di una gravidanza (a distanza di almeno 6 mesi dal parto) e comunque, per i loro possibili effetti collaterali, da persone di età maggiore ai 30 anni.
  • Contraccezione di emergenza. Si utilizza nei casi a rischio quando, dopo il rapporto sessuale, vi è la possibilità di concepimento. Questo metodo è valido solo a distanza di pochissimi giorni dal coito ed è utile in caso di rottura del preservativo, inefficacia del coito interrotto e di violenza sessuale.

I non metodi contraccettivi

Esistono pratiche e sostanze chimiche che, per la loro inefficacia nella protezione da malattie sessualmente trasmissibili e da gravidanze indesiderate (è altissimo il rischio di gravidanze ricorrendo a queste tecniche), non possono essere annoverate tra i metodi anticoncezionali comprovati dalla scienza.

  • Metodi chimici: gli spermicidi. Da soli non sono assolutamente sufficienti come contraccettivi. Sono utili però in aggiunta ad altri metodi, soprattutto al diaframma e alla spirale.
  • Metodi naturali. Possono essere ricondotti essenzialmente a due tipologie: il coito interrotto e il calcolo dei giorni fertili. Nessuno di questi tiene conto della variabilità biologica umana e non garantisce alcuna protezione sistematica contro il concepimento.

Nello specifico, il coito interrotto consiste nell’interruzione del rapporto sessuale prima dell’eiaculazione, sfilando il pene dalla vagina. I motivi per cui però il coito interrotto non può essere considerato un metodo contraccettivo valido sono diversi. Innanzitutto, studi scientifici hanno dimostrato la presenza di spermatozoi vitali nel liquido pre-seminale (ovvero quello che precede l’eiaculazione): questo vuol dire che non si può dire in alcun modo che questo metodo protegga con certezza da gravidanze indesiderate. Inoltre, è più difficile di quanto si pensi avere il totale controllo dell’eiaculazione.

Esistono poi delle pratiche basate sul calcolo del periodo fertile della donna, come il metodo Ogino-Knaus, il metodo della temperatura basale e il metodo Billings. In sostanza, una volta individuato il momento dell’ovulazione, si evitano rapporti nei 4-5 giorni precedenti e successivi a esso. Si tratta di metodi obsoleti e davvero poco validi poiché i cicli mestruali differiscono anche di molto da donna a donna e possono essere irregolari anche nella donna stessa. Tanto è vero che sono sistemi molto più utili quando si cerca il concepimento piuttosto che come contraccettivi. Il rischio di gravidanze indesiderate nelle fasi del ciclo in cui queste sono meno probabili (mestruazioni comprese) è infatti comunque presente e questi metodi non proteggono in alcun modo dalle malattie sessualmente trasmissibili.

Quanti di noi fanno sesso sicuro?

Una piccola riflessione è a questo punto doverosa. Sebbene i metodi contraccettivi siano oggi molteplici per numero e tipologia, nonché facilmente accessibili e reperibili ai più, sono ancora troppe le persone che hanno rapporti sessuali non protetti. Si stima che il 48% delle adolescenti abbia una vita sessuale attiva e che il 25% di queste non usi un contraccettivo al primo rapporto. Forse oltre all’informazione è necessaria una sensibilizzazione ulteriore al tema.

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Ancora una volta la differenza può e deve essere fatta dalle famiglie. I genitori sono i primi “esperti” con cui i giovani entrano in contatto. I consigli e le dritte parentali (o, per esteso, familiari) restano infatti le prime forme di educazione sessuale di cui gli adolescenti possono disporre. L’introduzione del tema da parte degli adulti più vicini, con un approccio per quanto poco scientifico e magari semplicistico, rimane comunque un momento cruciale nella vita sessuale dell’individuo.

Alcuni studi dimostrano purtroppo che anche tra gli adulti c’è ancora molta disinformazione in fatto di sessualità e contraccezione. Per questo motivo risulta essenziale il ruolo della scuola e dell’istruzione: promuovere l’educazione sessuale tra i banchi di scuola di oggi significa garantire salute, consapevolezza e benessere agli adulti di domani. Troppo spesso ancora si pensa che l’educazione sessuale sia inadatta e “deviante” per bambini e adolescenti, ma è invece tutto il contrario: educare a una sessualità positiva in base all’età e al grado di istruzione degli studenti vuol dire aiutare a costruire relazioni sane e a fare scelte consapevoli e responsabili, nel rispetto di sé e degli altri.

Distribuiti sul territorio ma ancora scarsamente conosciuti, ci sono anche i consultori familiari: questi offrono servizi socio-sanitari integrati, orientati alla prevenzione, all’informazione e all’educazione sanitaria. Nei consultori è possibile rivolgersi a personale specializzato e ricevere assistenza in totale anonimato.

Informarsi ed educare a una sessualità consapevole è dunque fondamentale ed è importante che gli adulti siano un punto di riferimento valido per i più giovani, in grado di metterli in condizione di potersi aprire e di esporre liberamente le proprie paure, curiosità e perplessità in merito, superando ogni tabù.

E se i giovanissimi siamo proprio noi, proviamo a mettere da parte l’imbarazzo a fronte della nostra sicurezza e della nostra salute. Superiamo lo scoglio della vergogna sociale che il sesso ancora provoca e chiediamo agli adulti di aiutarci a conoscere e a proteggere noi stessi.

In questo modo contribuiremo a rendere il sesso una forma di libertà di cui appropriarci consapevolmente e in sicurezza. Sarà compiuto un altro atto di quella rivoluzione sessuale iniziata oltre mezzo secolo fa.

Per saperne di più:
Fondazione Umberto Veronesi
Ministero della Salute
Miniguida di ONDA sulla contraccezione
Marta Neri, Ginecologia e Ostetricia, Universitalia, 2015
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