Coscienza di Sé uscirà il prossimo 12 aprile.
È un disco cyberpunk, totalmente dedicato alla figura della femminista anarchica Emma Goldman, scrittrice e filosofa statunitense di origini russo-lituane, ritratta anche nella fotografia di copertina dell’ep, che porta la firma di Stra.
Alle sue parole rivoluzionare – concetti attualissimi – che propagandano il libero pensiero, l’anarchia e il femminismo, si rifanno tutti i testi delle cinque tracce dell’album.
I suoi autori sono Stefania Pedretti, in arte ?Alos, e Xabier Iriondo, ormai alla terza uscita insieme dopo il 7” pubblicato nel 2011 e l’album Endimione del 2012, incentrato sui Madrigali di Antonin Artaud.
Stefania è attiva dal 2003 con il suo progetto da solista, ?Alos appunto, è protagonista con Bruno Dorella degli OvO, nonché fondatrice delle Allun. Si è sempre confrontata con tematiche femminili durante il suo percorso artistico, ma mai in modo tanto esplicito.
Xabier ha fatto parte dei Six Minute War Madness, è chitarrista degli Afterhours, nonché manipolatore sonoro di formazioni come Uncode Duello, A Short Apnea, Buñuel, The Shipwreck Bag Show, Immaginisti, Todo Modo e molti altri.
In Coscienza di sé, mentre Stefania canta, declama e urla (in italiano cosicché la comunicazione risulti più incisiva), suona il synth e la sua voce è elaborata da un vocoder, Xabier si concentra sul basso e su una drum machine analogica dei primi anni Settanta.
L’alchimia tra loro è lampante, e la realizzazione del disco (creato in soli sette giorni spalmati nell’arco di un anno) lo dimostra senza mezzi termini.
Il risultato è un disco diretto, energico, feroce, potente e trascinante.
Uno sprono a tirare fuori la testa, a reagire, a ribellarsi.
Stefania e Xabier ci hanno rilasciato una meravigliosa intervista, ennesima conferma della loro poliedricità, del loro essere due artisti eccezionali dalla straordinaria sensibilità.
Stefania, Xabier, per presentarvi ai nostri lettori mi piacerebbe ci indicaste: un brano che più vi rappresenta tra le vostre produzioni, musicalmente chi sono stati i vostri “mentori” e qual è la canzone che vi ha consumato le orecchie a vent’anni e che tutt’oggi non perde il posto nel vostro cuore.
Stefania: Trovo che un brano che mi rappresenti particolarmente nella nostra produzione sia Autoaffermazione. Il testo è forte e diretto, io credo totalmente in queste parole urlate da Emma Goldman.
Per quel che mi riguarda non sento di avere dei “mentori” ma potrei dire che i Neurosis sono il gruppo che ho amato e che continuerò ad amare per sempre.
Xabier: Il brano che più mi rappresenta nella mia produzione si intitola Gernika eta Bermeo, uscì nel 2012 nel mio unico disco solista intitolato Irrintzi. Si tratta del racconto di mio padre (allora sedicenne) del bombardamento di Guernica nell’aprile 1937; ricordo ancora vividamente i suoi occhi mentre mi narrava i fatti tragici (tirare fuori i cadaveri da sotto le macerie, vedere ritornare gli aerei che ribombardavano e poi mitragliavano a bassa quota, etc) dopo che la barbarie fascista colpì la cittadina di lunedi, giorno di mercato. Nello stesso brano vi è anche il racconto di un fatto storico che è stato praticamente cancellato, l’uccisione da parte dei Gudaris (partigiani baschi) di 300 Flechas Negras (gli aiuti di Mussolini a Franco) nella cittadina di Bermeo, avvenuto negli stessi giorni del bombardamento di Guernica.
La canzone che ha segnato le mie orecchie, il mio cuore e la mia testa è Born to run di Bruce Springsteen.
Coscienza di Sé è dedicato ad Emma Goldman: perché avete scelto proprio lei? Qual è stata la genesi dell’ep, della definizione del suo concept?
Stefania: Amo tantissimo Emma Goldman, come scrittrice, filosofa e attivista; è stata una figura chiave nella mia crescita personale. Quando con Xabier abbiamo cominciato a ragionare sul nuovo album si è pensato di incentrarlo su una serie di figure femminili per noi importanti e significative in questo secolo, ma durante il processo di lavorazione abbiamo deciso di focalizzarci su di lei.
Abbiamo iniziato a lavorarci circa due anni fa in un momento in cui il femminismo, in Italia, stava riprendendo vita grazie anche a “Non una di meno”, troviamo che i concetti gridati a gran voce da Emma Goldman 100 anni fa siano ancora contemporanei.
Quali sono oggi, nel settore musicale – ma non solo -, donne “inspirational”, figure esemplari dalle quali prendere spunto, farsi positivamente influenzare?
Stefania: Nella Storia e anche attualmente ci sono tantissime figure femminili esemplari, che vivono e lottano per tutti noi.
Ma mi piacerebbe citare una delle prime “martiri” femminili: Ipazia d’Alessandria, scienziata, filosofa greca, astronoma, libera pensatrice e molto altro.
Ipazia venne trucidata (lapidata da una folla di fanatici religiosi cristiani) nel 415, in un periodo in cui la religione cristiana era in espansione e si viveva in un clima di fanatismo religioso nel quale si predicava il ripudio della cultura e della scienza, una mentalità che non accettava assolutamente che le donne potessero ricoprire posizioni importanti nella società.
In ambito Musicale citerei l’amata Diamanda Galas che negli anni ’80 sviluppa e crea un requiem dedicato a tutti coloro che erano morti o stavano morendo di AIDS. Una forte posizione per quei tempi.
Xabier: fortunatamente ci sono tantissime donne in ogni continente che ispirano donne e uomini attraverso le loro azioni ed il loro pensiero, farne un elenco sarebbe riduttivo. Mi piacerebbe piuttosto citare una donna (mancata nel 2013) italiana di cui parlo spesso: Margherita Hack. Vegetariana ed antifascista è stata un’astrofisica e divulgatrice scientifica straordinaria, una delle più importanti a livello mondiale. Credo che bisognerebbe raccontare nelle scuole elementari la sua vita, le sue scelte e le sue battaglie personali per l’emancipazione della donna e del pensiero scientifico.
In ambito musicale trovo interessante la figura “pop” emancipata di Lady Gaga, una donna (figlia di emigrati, alta un metro e cinquanta, non propriamente una bellezza canonica) che scrive, canta, balla e detiene le redini della sua carriera artistica, compiendo in totale comfort scelte spesso in antitesi (talvolta radicali e talvolta molto rassicuranti).
Quando è stato invece, nel vostro percorso artistico e personale, il momento in cui avete raggiunto la consapevolezza di voi stessi, di ciò che siete, dei vostri limiti e delle vostre forze?
Stefania: Apprezzo molto questa domanda, veramente inusuale e intima.
Personalmente ho raggiunto questa sensazione recentemente, tra la fine del 2017 e il 2018. Ho proprio percepito un cambiamento involontario interiore che mi ha permesso di cominciare a guardare molte cose con più distacco ma anche più profondità, di vivere certe lotte in maniera meno “aggressiva” ma con ancora più consapevolezza e determinazione. Sento di percepire il tutto in maniera più circolare. Scusate la visione un po’ esoterica/emozionale, ma è un cambiamento che ho percepito veramente fortissimo.
Xabier: Questo genere di profondità di consapevolezza penso si raggiunga dopo tanti errori e tanta esperienza di vita. Credo di poter dire che negli ultimi 5 anni varie vicende personali ed artistiche mi hanno portato ad avere un maggior grado di realismo e consapevolezza rispetto a quello che sono, alle forze ed ai limiti che mi permeano, alle scelte che quotidianamente faccio.
I testi del disco si rifanno alle parole della Goldman, concetti rivoluzionari, attualissimi ed – ahinoi – non poi così tanto normalizzati nel 2019, vista la condizione e la considerazione in cui verte e di cui non gode la donna. Fatti dimostrati peraltro da recenti episodi – basti pensare in Italia, tra i tanti costantemente rilevabili, al volantino sessista diffuso dalla Lega di Crotone – che cristallizzano come la conquista di un reale potere di autoaffermazione ed autodeterminazione sia ancora lontana. Quanto è importante al nostro tempo schierarsi, e nella propria produzione artistica affrontare tematiche socio-politiche che abbiano una rilevanza ed un valore formativo-educativo?
Xabier: Ogni scelta che facciamo nel nostro quotidiano è “politica”, raccontare in un disco il pensiero di una donna rivoluzionaria del passato è una forte presa di posizione, diffondere i concetti della Goldman affinché più persone possibili possano centrare l’attenzione su dei temi cardine che riguardano la condizione della donna (e non solo) ci è sembrato doveroso nel tempo in cui viviamo, per far emergere le contraddizioni di un mondo e di una società che sono sempre più in de-evoluzione.
Stefania: Io e Xabier crediamo fortemente che in questo momento storico e politico complicato e, forse, di cambiamento sia veramente importante che anche nella musica si ritorni a parlare di politica e questioni sociali.
Lezione di musica for dummies: si legge nel comunicato di Coscienza di Sé che il disco ha un sound legato all’avanguardia e all’art punk: a cosa deve la nostra mente fare riferimento, quali associazioni dobbiamo attuare, parlando di questi due concetti?
Xabier: “Avanguardia” è un movimento, un pensiero, che anticipa i tempi e propone delle opzioni di cambiamento e rottura. “Art-punk” è il lato meno nichilista e più propositivamente colorato e artistico del movimento da cui prende nome. Fondere delle batterie analogiche (spesso legate solo alla dance o alla techno), dei bassi distorti e contundenti con dei testi rivoluzionari scritti cento anni fa cantati attraverso l’effetto del “vocoder” (robotico e futuristico) è la sintesi del nostro attuale sound.
In questi giorni a Milano si parla molto di Germi, nuova avventura capitanata da Manuel Agnelli. L’impressione è che il pubblico abbia un po’ scoperto l’acqua calda, quando di realtà con un’ampia offerta culturale ce ne sarebbero davvero tante. Ma, forse perché non avviate da “personaggi famosi” – espressione che mi fa molto ridere, ma rende l’idea – non decollano, sono disertate, non supportate. Come vi posizionate in merito a queste dinamiche, non tanto da musicisti ma più quanto da persone che di creare spazi di cultura e scambio idee si sono occupate negli anni?
Xabier: Germi è una libreria con mescita che diffonde varie proposte artistiche musicali, un piccolo locale che fa della qualità della proposta artistica un baluardo per diffondere un certo tipo di messaggio culturale a Milano. Il fatto che uno dei suoi soci sia Manuel Agnelli (conosciuto a livello nazionale per aver fatto il giudice a X-Factor e che viene da numerose esperienze nate nell’underground milanese sin dagli anni Ottanta) porta un certo tipo di curiosità attorno alla cosa e quindi trovo normale che dalla provincia persone si spostino a Milano per curiosare in questo nuovo locale. Io vengo da un’esperienza legata al diffondere cultura; dal 2005 al 2010 ho avuto nel quartiere Isola (prima della sua gentrificazione) un negozio di musica chiamato SOUND METAK, all’interno del quale ho organizzato più di 150 performance aperte al pubblico. Nonostante fosse il mio “locale” ed io fossi attivo da tanti anni sia a livello locale (il mio quartiere) sia a livello cittadino, spesso le performance si svolgevano davanti a poche persone, è normale quindi che certe avanguardie culturali (sia in provincia che in città) facciano fatica a raccogliere pubblico. L’idea di “rete culturale” sul territorio si può attivare solo grazie alla nascita di tante realtà, quindi ben vengano luoghi di contaminazione come Germi che possono portare agli occhi di tutti il bisogno di arte in una società sempre meno contaminata culturalmente.
Da quando siete entrati nel settore musicale e la musica è diventata il centro delle vostre attività, qual è l’episodio che ricordate con maggior piacere? Vi siete mai sentiti in difficoltà, penalizzati per qualche motivo?
Xabier: Difficoltà ne viviamo quotidianamente, come chiunque altro/a in qualsiasi ambiente lavorativo. Prendere accordi ed interagire con promoter che talvolta non adempiono ai loro obblighi, trovarsi in situazioni tecniche complesse da dover risolvere…di esempi ne potremmo fare a dozzine, ma entreremmo solo nel campo dell’aneddotica. Credo però che ognuno, scavando in profondità, abbia le capacità per trovare le giuste risorse per affrontare problemi che riguardano sia la sfera tecnica sia quella emotivo/relazionale del proprio lavoro.
Stefania: Non credo di avere un singolo episodio che ricordo maggiormente con piacere, primo perché non amo vedere il passato come un ricordo ma come qualcosa di ancora esistente, secondo perché ho moltissimi ricordi piacevoli creati da un insieme di situazioni e persone, ricordi che mi portano ad essere ciò che sono, ad amare la musica e soprattutto ad andare in tour.
Amo quel che faccio e sono consapevole delle difficoltà che posso incontrare, ma felicemente le supero e molto spesso anche quei momenti difficili e spesso devastanti entrano a far parte dei ricordi meravigliosi di tour e di vita.
L’ep è stato registrato in modo intenso e rapido: c’è una “To Do List” da seguire per affrontare al meglio la realizzazione di un disco?
Xabier: Ogni disco, come ogni opera artistica, ha una sua strada, un proprio percorso da compiere. Nel caso specifico di Coscienza di sé il punto di partenza è stato il “concept”, l’idea. Abbiamo deciso di parlare del pensiero rivoluzionario di una donna, abbiamo scelto Emma Goldman, in seguito ho proposto a Stefania di “vestire” musicalmente la cosa con un sound sia primitivo che contemporaneo, affidandoci a delle ritmiche meccaniche (batteria elettronica) e ad un timbro vocale (vocoder) sdoganato soprattutto nella dance e nel pop. In due brevi sessioni abbiamo composto, arrangiato e registrato i brani. Siamo molto efficienti e andiamo dritto al sodo in breve tempo, forse perché abbiamo tante affinità e ci vogliamo bene.
Qual è la citazione più pregnante da la Coscienza di Sé da impararsi a memoria e sulla quale riflettere in modo particolare?
“Rompi i ceppi che imprigionano la tua mente”
Nei prossimi mesi porterete in giro live le parole di Emma?
Inizieremo con l’11 aprile alla Cascina Torchiera di Milano e il 12 aprile al Birrificio Citabiunda di Neive (CN)