Prima di iniziare, ho da fare due importanti premesse:
1) il 2016 sarà per sempre ricordato come l’anno in cui ho iniziato a guardare Uomini & Donne. State quindi leggendo l’opinione di un novellino, abbiate pietà di me.
Come mai ti sei deciso dopo tanti anni? vi starete chiedendo (o forse no, che ve frega in fondo).
Ma ve lo dico lo stesso, anche perché un modo per iniziare questo articolo dovevo trovarlo: perché Maria ha dato il via al trono gay!
2) Tina, il nostro amore non può restare recluso tra una GIF e lo schermo di un computer. Se mi stai leggendo, scappiamo insieme, solo noi due, su una sperduta isola sudafricana e apriamo un ristorante.
Non ho mai avuto problemi con questo programma (e come potrei se è la prima volta che lo guardo?) né, all’inizio, alcun tipo di pregiudizio (beh, più o meno), ma la fascia oraria in cui è trasmesso non mi ha mai permesso di dedicargli un’ora del mio tempo per decidere se valesse o meno la pena di dargli un’occhiata.
Da ventiduenne gay ho, però, sentito la necessità di guardare (in streaming sul sito Mediaset) almeno la prima puntata del trono classico per capire se la rappresentazione della categoria che la società mi ha affibbiato è portata avanti più o meno dignitosamente nel famoso programma pomeridiano di Maria De Filippi.
Ciò che è avvenuto dopo ha dell’incredibile, perché non solo ho continuato a seguire il programma, ma mi è anche piaciuto!
Breve re-cap storico per chi (come me qualche giorno fa) sa solo per sentito dire cosa sia Uomini & Donne:
Il programma nasce nel settembre del 1996 come versione adulta del talk show della De Filippi, Amici. Era nient’altro che uno spazio concesso ad una coppia per palesare e discutere dei loro problemi, così da poterli risolvere grazie all’aiuto della “Santissima” (Maria).
Nel gennaio del 2001, il programma viene completamente rivoluzionato, diventando ciò che vediamo oggi: un dating show in cui si cerca di formare delle coppie che possano iniziare una relazione sentimentale nella vita reale partendo da una persona (il tronista) che deve essere corteggiata da tanti aspiranti fidanzati.
Dal 2016 il programma apre le porte anche alle coppie omosessuali.
Il primo tronista gay nella storia di Uomini & Donne per questa nuova edizione è Claudio Sona, classe 1987, proprietario di un bar a Verona. Gli aspiranti corteggiatori, tanti (e te credo, ma lo avete visto Claudio?), ma senza dubbio tutti profondamente diversi l’uno dall’altro: c’è chi gioca a calcio, chi ama i videogiochi, chi il mondo nerd ed il cinema, chi la fotografia. Insomma, Maria ha aperto le porte dei suoi studi Elios per dare un calcio agli stereotipi, uno schiaffo all’omofobia e rompere i tabù sull’amore.
Tanti sono i corteggiatori quante le storie che hanno da raccontare: la loro sessualità ed il modo in cui l’hanno accettata, i loro amori passati, gli episodi di omofobia che hanno incontrato sul loro percorso. Insomma: la loro vita, che forse – a differenza di come la pensano alcuni – non è così diversa da quella di un eterosessuale.
Una differenza impossibile da non notare è presente – nel momento in cui due persone stanno per conoscersi – tra le domande che si scambiano una coppia etero ed una omosessuale. I ragazzi gay, per forza di cose o anche semplice curiosità, sono spinti a chiedere al possibile partner come e quando ha deciso di “uscire dall’armadio”, come è stato accettato dai suoi amici o dalla sua famiglia e così via. Queste esperienze, anche se raccontate tra un litigio ed un urlo di Tina Cipollari, possono essere solamente d’aiuto a chi non ha ancora avuto il coraggio di esprimersi e palesare la propria sessualità; o semplicemente daranno una mano a tutti coloro che, anche perché giovanissimi, non hanno avuto modo di riflettere su se stess* per poter capire meglio chi sono.
Inutile sottolinearlo: continuerò a sperare che i temi che verranno trattati possano essere ancora molti e diversi, così da far chiarezza – anche in un contesto semplice e spensierato com’è quello di Uomini & Donne – su argomenti importanti che molti faticano a comprendere.
Ad esempio, cara Maria, quando farai distruggere i luoghi comuni che esistono su “attivo” e “passivo”? Quando farai comprendere quanto sia sbagliato chiamare “frocio” qualcuno?
Da spazio per l’apoteosi del trash italiano, Uomini & Donne ha così decisamente alzato l’asticella, dando la possibilità, non solo ad una minoranza di essere rappresentata nella fascia pomeridiana di Canale 5, ma diventando anche lo specchio per discutere di un tema di cui troppo poco si sente parlare in televisione. Che sia durante le esterne o nelle discussioni in studio, sentire il termine “coming out” alle tre di pomeriggio è qualcosa che fa semplicemente bene al cuore.
Mi sento quindi in dovere di ringraziare Maria De Filippi per essere stata (più o meno direttamente) la promotrice di un cambiamento – del programma e della televisione – necessario e fondamentale.
Che sia tutto costruito e studiato a tavolino, non c’è dato saperlo.
Che molti dei personaggi che compaiono nel programma siano profondamente misogini, è indubbio. Che ce ne siano di omofobi, probabilissimo.
Che molti si trovino lì solo per comparire in televisione, altrettanto probabile.
Ma bisogna dare anche a Cesare quel che è di Cesare: il trono gay funziona, ed anche molto bene.