Hollywood ci sta abituando troppo bene e nonostante alcune resistenze dure a morire, ai grandi eventi si respira un’aria di rinnovamento e impegno civile. Ecco una lista delle cose belle della cerimonia degli Oscar di ieri notte.
1) Stay weird, stay different
Il discorso dello sceneggiatore di The Imitation Game Graham Moore (miglior sceneggiatura non originale) è potente e reale e non ha davvero bisogno di altre parole. Il suo “stay weird, stay different” arriva dritto al cuore (e fa piangere).
“Quando avevo 16 anni ho cercato di uccidermi perché mi sentivo strano e mi sentivo diverso e non mi sentivo parte del mondo intorno a me, come se non riuscissi ad integrarmi. Ed oggi sono qui e quindi mi piacerebbe che questo momento fosse per quel ragazzino là fuori che si sente strano o diverso e non si sente giusto. Sì lo sei, ti giuro che lo sei. Rimani strano, rimani diverso. E poi quando è il tuo turno di stare su questo palco, per favore passa il messaggio al prossimo.”
2) Selma is now: discriminazione razziale e la questione dell’immigrazione salgono sul palco
Non cominciavamo particolarmente bene con “the whitest Oscars in years” ma se non altro la questione della discriminazione razziale è entrata agli Academy Awards: la canzone Glory dell’ignorato Selma (film che racconta le lotte per i diritti civili degli afroamericani negli anni ’60) vince come miglior canzone e al momento dell’accettazione del premio John Legend ci ricorda che “Selma è adesso. Perché la lotta per la giustizia è adesso. Sappiamo che proprio in questo momento la lotta per la libertà e la giustizia è reale. […] Ci sono più uomini neri incarcerati oggi che al tempo della schiavitù”. Il regista messicano Alejandro González Iñarritu vince la miglior regia per Birdman e dedica l’Oscar ai messicani: “per coloro che vivono in Messico, prego affinché possiamo costruire il governo che meritiamo. E per quelli che vivono in questo paese e che sono parte dell’ultima generazione di immigrati, prego che possano essere trattati con la stessa dignità e lo stesso rispetto di coloro che sono venuti prima e hanno costruito questa incredibile nazione di immigrati”
3) Il discorso di Patricia Arquette, le facce di Meryl e JLo, la sorellanza di Hollywood
“[…] ad ogni donna che ha partorito ogni contribuente e ogni cittadino di questa nazione; abbiamo combattuto per i diritti di tutti, è il nostro momento di ottenere una volta per tutte l’equiparazione dei salari ed uguali diritti per le donne degli Stati Uniti d’America”
Con queste parole l’attrice Patricia Arquette ha concluso il suo discorso di accettazione dell’Oscar come miglior attrice non protagonista, scegliendo ancora una volta di sfruttare un palcoscenico di eccezionale visibilità per prendere una posizione forte e netta sulla condizione delle donne nella società americana (e per estensione nella società occidentale). Già nel suo discorso ai Golden Globes, Arquette aveva parlato in difesa delle madri single, ed è tornata ieri notte a ribadire come quella dell’uguaglianza di genere sia una battaglia del nostro tempo, un traguardo il cui raggiungimento non può essere ulteriormente rimandato. Una posizione condivisa da molte altre donne a Hollywood che sempre più rifiutano di apparire come arpie in lotta l’una con l’altra, ma sostengono apertamente le loro colleghe e le donne tutte. La sala è esplosa e le parole di Arquette sono rimbalzate sui social media.
4) Reese Witherspoon e la campagna #AskHerMore
Sui red carpet le attrici si trovano spesso a dover rispondere alle solite domande su trucco e parrucco, fidanzati e forma fisica. Twittando con l’hashtag coniato da The Representation Project e rilanciato da Amy Poehler’s Smart Girls, gli spettatori hanno reso note le domande che avrebbero preferito fossero invece rivolte alle loro star preferite: impegni filantropici, scelte di carriera, riflessioni sui ruoli interpretati. La campagna ha incassato anche il sostegno di personalità come Shonda Rhimes e Reese Witherspoon, che ha usato l’hashtag su instagram prima dell’evento per poi parlare direttamente dal red carpet: “Siamo più dei nostri vestiti” ha dichiarato l’attrice che ha poi continuato “siamo qui per parlare del nostro lavoro. È dura essere una donna a Hollywood, o in ogni campo lavorativo. Sono felice di parlare con le altre donne nominate del duro lavoro che hanno fatto. È stato un anno fantastico con la produzione di Gone Girl e Wild e speriamo di avere ancora più successo in futuro, e di offrire grandi ruoli da protagonista alle donne.”
Non vediamo l’ora che arrivino i prossimi Oscar, sperando di poter aggiungere sempre più punti alla lista!