Eccoci qui. A quanto pare è arrivato il momento in cui anche i capezzoli femminili chiedono di avere gli stessi diritti di quelli maschili. Strano, direte voi. Ed è anche quello che abbiamo detto noi della redazione, discutendo sull’argomento.
Da quando la modella Cara Delevingne ha postato su Instagram una propria foto a seno nudo con l’hashtag #FreeTheNipple questa campagna è diventata virale, al punto che ne è nato addirittura un film, e molti altri personaggi del mondo dello spettacolo hanno aderito e supportato la campagna per lo sdoganamento del capezzolo femminile. I social network, partendo appunto da Instagram, passando da Facebook e arrivando a Twitter sono ormai invasi da foto accompagnate dall’hashtag e il contenimento e la censura stanno diventando complicati.
Noi in redazione ci siamo chiesti: non c’è davvero nessuna differenza tra il capezzolo maschile e quello femminile? E poi, se questa differenza c’è, può essere considerato come superamento di uno stereotipo mostrare il seno in nome della parità dei sessi?
Certamente siamo in presenza di una casistica piuttosto diversificata: c’è una grande differenza tra una donna che mostra il seno nel momento dell’allattamento e un’altra che cammina per strada con i capezzoli al vento, sono due immagini che veicolano un messaggio diverso. E ancora, anatomicamente un uomo è diverso da una donna e quindi diverso è anche quello che la parte del corpo in questione rappresenta, o quantomeno è diversa la percezione che ne abbiamo. Insomma, in spiaggia non si è mai sentito parlare di uomini in topless.
Voi cosa ne pensate? Pensate che il petto maschile e quello femminile possano essere considerati totalmente uguali e che quindi possano entrambi essere mostrati allo stesso modo? Oppure, al contrario, credete che ci sia una qualche differenza o che sbandierare il seno sia poco attinente alla ricerca di una parità di genere? Siamo curiosi di conoscere la vostra opinione.
Io credo che tutto dipenda dal contesto in cui il capezzolo spunta fuori..
Come per la parolaccia, se viene detta nel momento giusto o nelle circostanze giuste risulta quasi naturale, a volte può anche arricchire un messaggio..
È ovvio che una parolaccia messa a caso è fastidiosa e usata per forzare una risata, istigare qualcuno ecc..
Lo stesso per i capezzoli, troppo spesso vengono usati forzatamente per creare un contesto sessuale dove di sessuale non c’è assolutamente niente, come una valletta in tv che sbuca da dietro le quinte con addosso un intimo a malapena presente.
Dall’altro lato invece abbiamo una valanga di film in cui magari una coppia fa l’amore per la prima volta (o fa una sana e selvaggia scopata), si rotolano due ore ma le uniche parti del corpo visibili sono testa, spalle e talloni, come se nella vita reale il sesso si facesse vestiti da palombaro..
più che #freethenipple io sarei per #educatethenipple
Che il problema abbia le sue basi in una mancanza di educazione al rispetto, alla diversità e quant’altro è un dato talmente di fatto che dovrebbe quasi essere scontato.
Chi non vorrebbe vivere in un mondo in cui ci si può sentire liberi di vestire come si vuole e di mostrare i centimetri di pelle che si vuole senza conseguenze? Suppongo tutti.
Sfortunatamente viviamo ancora in una società che, nonostante abbia fatto i suoi passi avanti, su molti aspetti è ancora indietro. Ritengo quindi che la scelta di mettere tette in vista per sbandierare una qualche sorta di libertà non solo abbia poco senso ma sia anche controproducente. Inutile girarci intorno: il capezzolo femminile ha una connotazione completamente diversa rispetto a quella maschile. Anatomicamente non vi è alcuna differenza se non per la quantità di tessuto ghiandolare e adiposo che è posto al di sotto di quello femminile ma conosciamo tutti il significato sessuale che ha un seno rispetto ad un pettorale maschile. Sicuramente una condizione discutibilissima ma non è certo la più assurda. Alla fine è un po’ la differenza che passa tra guardare una ragazza in bikini e in intimo: la pelle esposta è la stessa ma il concetto che viene sottointeso è ben diverso tanto che le reazioni del pubblico sono differenti!
E’ triste da ammettere ma attualmente cercare di convogliare un messaggio di qualunque tipo mostrando le tette é il modo meno utile che si possa utilizzare e lo è anche per ragioni prettamente comunicative: la maggior parte delle persone passano, si guardano una galleria di tette e va in pace. Idem dicasi per progetti come tetteperlascienza e co.
Non ci si deve vergognare del proprio corpo, personalmente non trovo nulla di osceno in un po’ di sano esibizionismo ma non comprendo il motivo di farlo con la necessità di una nobile giustificazione.
Il prezzo da pagare per questo è spesso quello di dare semplicemente campo libero (e materiale) e chi, davvero, lo oggettifica il corpo femminile (considerando che queste ragazze, magari inconsciamente, sono le prime ad usare il proprio corpo come oggetto, pannello pubblicitario).
Cosa c’è di più “oggetto” di foto di seni variamente modificati (per essere accattivanti, guarda un po’) e, in molti casi, senza nemmeno la testa di chi le porta?
Secondo me stiamo puntando nella direzione sbagliata.
Siamo ancora ad un livello in cui una ragazza con la gonna sta suggerendo di essere posseduta sul posto. Prima di arrivare a fare jogging comodamente (?) in topless abbiamo qualche piccolo tarlo da risolvere alla base.
Poi libereremo anche i capezzoli.
Sto lanciando la campagna anche in Italia iniziando a nettere in gioco me stessa con una foto in topless http://www.youreporter.it/foto_Maria_Rosa_Greco_a_seno_nudo_per_sostenere_freethenipple e invito altre donne e FEMMINE a seguire il mio esempio ed esporsi per liberare la loro gestione del corpo femminile
il seno femminile ha anche una valenza erotica e sessuale (altrettanto importante ma diversa dalla valenza alimentare dell’allattamento) che non va negata ed è la padrona del seno che decide se e come e quando esprimere questa valenza. Detto questo trovo che ogni censura sia sbagliata.
E vietare alle mamme di allattare al seno in pubblico è ridicolo