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Oh Taylor, look what you made me do
Dark Light

Oh Taylor, look what you made me do

Mentre i biglietti per le date europee dell’“Eras Tour” (che comincerà a Parigi il 9 Maggio e terminerà a Londra il 17 Agosto 2024, e che in Italia toccherà Milano il 13 e 14 Luglio) sono ormai praticamente introvabili e le stime sostengono che la tournée potrebbe far crescere l’economia mondiale di circa $5.000.000.000 (sì, avete letto bene!), milioni di fan in tutto il mondo attendono l’uscita del prossimo album “1989 (Taylor’s Version)” della cantautrice statunitense Taylor Swift, prevista per il prossimo 23 Ottobre.
Swift, che da quest’oggi debutterà nei cinema di tutto il Mondo (Italia inclusa) con il docu-film “Taylor Swift: The Eras Tour” diretto da Sam Wrench, con proiezioni in migliaia di sale e incassi al botteghino che – si stima – raggiungeranno i 200 milioni di dollari a livello globale, si riconferma costantemente una delle cantautrici di maggior successo nel panorama musicale attuale a livello globale, tra swift quakes (i terremoti causati da migliaia di fan che ballano e cantano tuttə insieme durante i suoi concerti), collassi dei siti di ticketing a causa del numero enorme di richieste, album fisici che – in controtendenza rispetto all’andamento generale del mercato musicale da diversi anni a questa parte – continuano a mantenere trend di vendita assolutamente positivi (l’edizione deluxe dell’ultimo, che come dicevamo non è ancora uscito, è andata sold out in ventiquattro ore – NdR) e il titolo di prima donna al mondo a raggiungere i 100.000.000 di ascoltatorə mensili su Spotify, conseguito solo pochi giorni fa.

Swift è, insomma, un’artista dai tanti record, primati ed eccellenze. Quella di cui vogliamo parlarvi oggi, però, è forse una delle più importanti legate alla carriera dell’artista, e riguarda il suo lavoro – probabilmente, già noto a moltə di voi – di re-recording dei primi album, quelli pubblicati dal 2007 al 2019; un lavoro che Swift ha iniziato nel 2021, con “Fearless” e “Red”, proseguendo poi nel 2023 con “Speak Now”, e prossimamente, appunto, con “1989”.
La storia, però, comincia in realtà nel 2019, quando Ithaca Holdings LLC di Scooter Braun acquista dal fondatore Scott Borchetta (con cui la cantante aveva già avuto dissapori, risalenti ad alcuni anni prima) Big Machine – casa discografica con cui Swift aveva firmato a sedici anni, all’inizio della carriera – insieme ai diritti dei suoi primi sei album. Nel 2018 infatti Swift era passata alla Universal, e con la vendita dei diritti aveva di fatto rinunciato anche alla proprietà sui master (cioè le registrazioni definitive dei brani, destinate a essere poi commercializzate sul mercato – NdR). A Novembre, prima degli American Music Awards (dove la cantante riceverà poi il premio Artist of the Decade), Swift diffonde sui social la notizia secondo cui Braun e Borchetta le avrebbero impedito di esibirsi all’evento; i due negano, e dopo pochi giorni, viene diffuso un comunicato secondo cui le parti sarebbero infine giunte a un accordo. L’esibizione di Swift sul palco degli AMA confermerà questa tregua, seppur provvisoria.
Permane comunque, infatti, il problema relativo ai vecchi album. Problema che Swift decide di risolvere, come abbiamo anticipato, chiudendosi in studio e ri-registrando, a partire dal 2020, tutti i dischi, inserendovi anche inediti, nuovi arrangiamenti, pezzi rari e altri contenuti speciali. La cantante parlerà di Braun come “un bullo manipolatore”, dichiarando sulla vicenda: “Il messaggio che viene mandato è molto chiaro: sii una brava bambina e stai zitta. O sarai punita.”; si prenderà però anche una piccola rivincita, inserendo alcuni riferimenti a Braun nel video di “The Man” (2019).

Oltre a costituire una forte rivendicazione dal punto di vista autoriale, l’operazione si dimostrerà vincente anche sotto l’aspetto economico: a ogni uscita, le Taylor’s Versions scalano le classifiche di piattaforme di streaming e siti musicali, con il conseguente e fisiologico crollo delle versioni originali dei brani. Una battaglia portata avanti anche da una vera e propria sconfinata armata di autenticə e fedelissimə fan (ə cosiddettə swifties) che ad oggi si impongono di ascoltare solamente le Taylor’s Versions (mentre ə ascoltatorə occasionali, dicono i dati, tendono effettivamente a prediligere gli originali). Indubbiamente il sostegno e il favore deə fan e dell’opinione pubblica hanno giocato un ruolo chiave nella riuscita della “manovra” di Swift, nonostante le questioni legali sottostanti al diritto d’autorə siano spesso molto complesse (e anche quella relativa al caso in questione, di fatto, lo era). Lo dimostrano l’hashtag dedicato #standwithtaylor, una petizione su change.org e il parere favorevole di un’autorevole rappresentanza del settore musicale, oltre a quello pressoché unanime della collettività.
Nel contesto complessivo va osservato come, in seguito alla vicenda, anche la stessa Universal, nel tentativo di tutelarsi, abbia deciso di correre ai ripari, andando a modificare al rialzo il lasso di tempo delle clausole contrattuali che impediscono aə artistə di ri-registrare i propri brani (clausola che evidentemente, nel contratto di Swift e prima del verificarsi delle circostanze che abbiamo raccontato, mancava o comunque non era sufficientemente stringente).

Gli album fin qui pubblicati, con i relativi dati di streaming e vendite, per adesso danno ragione a Taylor Swift; dovremo attendere la pubblicazione dei prossimi per constatare se effettivamente la manovra si sarà dimostrata vincente – spoiler: è molto probabile – anche sul lungo termine.
Sotto una prospettiva a 360°, e a onor di completezza e trasparenza, Swift non sarà forse un personaggio perfetto (qui, ad esempio, un articolo che parla di Swift e del femminismo bianco); sempre a patto che, al giorno d’oggi, ancora ne esistano. Ma sul tema della rivendicazione dei diritti – economici, sicuramente, ma non secondariamente anche creativi e intellettuali – delle proprie opere, si è senza dubbio battuta, dando un importante contributo alla comunità artistica nel suo complesso.

Dice Susan Genco della Music Artists Coalition:

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“Taylor ha cambiato le cose, non solo per i fan, ma anche per altri artisti che sono ispirati a ri-registrare le proprie canzoni e controllare la propria musica. Taylor dà il buon esempio e mostra a fan e artisti che è possibile controllare il proprio destino”.

Per autorə e musicistə, infatti, il “Caso Swift” costituisce sicuramente un caso di scuola, uno sforzo di indipendenza che può rappresentare un precedente importante da seguire nelle controversie – passate, presenti e future – relative ai diritti d’autore in campo musicale ed autoriale. Soprattutto da parte di quellə artistə di fascia intermedia che non sempre vantano una capacità economica e una popolarità tali da potersi liberamente autodeterminare riguardo l’utilizzo e la sorte delle proprie creazioni, e che quindi, spesso e inevitabilmente, finiscono per subire l’abnorme potere contrattuale di major e labels, e con esso, le loro decisioni.

Sitografia
Rockol
Rockol
Rollingstone
Il Post
Il Post
Cosmopolitan
Il Post
Ansa
Credits Cover Album
Speak Now (TV)
1989 (TV)
RED (TV)
Fearless (TV)
Eras Tour
Elementi
Taylor’s Vault
Mirrorball
Foto di Taylor Swift
Photo by Scott Legato TAS23 Getty Images for TAS Rights Management
Photo by John Shearer Getty240323 Getty Images 2023
GettyImages-1474479307-26297166f5f7438a9df596f99015b240 su InStyle
Photo by KEVIN WINTER GETTY IMAGES su WSJl
Foto dal video The Man – Taylor Swift VEVO

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