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“Come un’onda”: il ritorno della raffinata Lucia Manca
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“Come un’onda”: il ritorno della raffinata Lucia Manca

Lucia Manca è una cantautrice di origine pugliese che ha iniziato la sua carriera nel 2011, col disco d’esordio omonimo diretto artisticamente da Giuliano Dottori degli Amor Fou. A questo lavoro è seguito nel 2018, “Maledetto e Benedetto”, album pubblicato per Peermusic, prodotto da Matilde Davoli, e conferma del suo talento da songwriter nonché di quell’ “italian touch” per cui l’ha acclamata la critica.

Delicata, raffinata e malinconica, Lucia Manca ha collaborato col producer Jolly Mare per il singolo “Hotel Riviera”, ha aperto alcune date lo scorso dicembre de Le Luci della centrale elettrica, ha accompagnato Populous in tour in Europa e ha contribuito alla compilation tributo a Yoko Ono con il brano Toyboat.

“Come un’onda” è il suo nuovo video che esce oggi, in anteprima per Bossy, e che anticipa l’ep previsto per il 2020 per Factory Flaws/Peermusic Italy.

Le atmosfere sono quelle nostalgiche ed eleganti alle quali Lucia ci ha abituati. E poi c’è il mare, che ha nel sangue e che negli anni ha assunto per lei diversi significati, sempre fortemente legati all’idea di libertà. Di casa sua e della sua musica abbiamo parlato con lei.

Lucia, per presentarti ai nostri lettori, ci racconti quali sono stati i momenti più importanti della tua escalation musicale e che ti hanno portata alla pubblicazione del tuo nuovo singolo?

La fase creativa è sempre uno dei momenti più stimolanti e affascinanti forse perché è un passaggio raro e delicato. Ci sono dei piccoli tasselli che nei vari processi creativi si aggiungono al mio percorso artistico. Questo è l’iter che mi spinge a scrivere cose nuove.

Come un’onda” anticipa il tuo prossimo ep: ci parli del singolo e ci dai qualche anticipazione su ciò che ascolteremo di nuovo prossimamente?

“Come un’onda” è stato il primo pezzo che mi ha stimolato nel mettermi a lavoro su del materiale nuovo, ha avuto poca gestazione perché volevo farla uscire subito, per una necessità di condivisione. Ultimamente ho più urgenza rispetto al passato nel far uscire le cose, forse per una maggiore voglia di mettermi in discussione. Infatti molto probabilmente sarà un ep di pochi pezzi che ho già e che non voglio tenere troppo tra i memo vocali.

Ma che cos’è l’“italian touch” al quale ti associano?

Non sono brava a fare delle auto-analisi molto accurate, ascolto molta (troppa) musica della golden-age italiana e mi piace scoprire quando viene valorizzata, citata, campionata in contesti internazionali. L’“italian touch” è un po’ il “Made in Italy” per gli artisti italiani che vogliono riattualizzare e reinventare le nostre radici musicali.

Ci fai una compilation con i tuoi cinque brani italiani che stai ascoltando in loop in questo momento?

“Carmen”- Ornella Vanoni
“Mediterranea”- Giuni Russo
“Je vulesse” – Nu Guinea
“Al di là dell’amore” – Brunori Sas
“Clinique” – M¥SS KETA

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Donna e settore musica: qual è la situazione dal tuo punto di vista? Ci sono trattamenti diversificati e discriminatori nei confronti delle donne? Ne hai mai subiti?

Ormai i dati parlano chiaro: il gender gap è sempre troppo alto nonostante negli ultimi periodi ci sia molta sensibilizzazione in questo senso. C’è anche molto fermento nel mondo femminile, molte artiste si danno da fare e soprattutto tra gli addetti ai lavori, qualcuno sta iniziando a svegliarsi, a farsi delle domande e prendere delle decisioni. Io non amo molto le analisi troppo semplicistiche: ci vorrebbe un serio approfondimento sul piano culturale per capire l’origine del problema. Personalmente non so se il mio progetto venga penalizzato da qualche tipo di discriminazione: mi dispiacerebbe se fosse così, ma non sarebbe nemmeno il massimo essere presa in considerazione in quanto donna.

Sei stata più volte paragonata a Loredana Bertè: quale sarebbe invece il paragone più ficcante e, che se proprio dovessi ricevere, sceglieresti?

Amo la Bertè, ma non sopporto i paragoni e purtroppo in Italia questo è un cliché.

Sei originaria di Guagnano, in Puglia: di cosa sei nostalgica della tua terra quando sei lontana? Su cosa invece credi ci sia da lavorare e che non ti manca?

Mi manca la mia famiglia, gli amici, la mia casa e il mare, ma succede solo quando sono in viaggio perché continuo a vivere qui. Ci sarebbe da lavorare su percorsi che portino a intensificare le reti, i rapporti tra gli artisti: sarebbe bello fare in modo che le scene musicali e artistiche in generale si consolidino anche altrove rispetto alle poche grandi città che conosciamo.

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