Avevo 15 anni quando seduta in spiaggia sotto l’ombrellone, con il pareo fino alle ginocchia dissi ai miei amici “Non vengo a fare il bagno, ho le mie cose” e uno ingenuamente mi rispose “Tranquilla, te le tengo io”. Estate è sinonimo di vacanze, di bagni al mare o in piscina, ma per molte persone è anche sinonimo di disagi legati al ciclo mestruale.
Avevo sempre 15 anni quando mia madre mi propose di utilizzare gli assorbenti interni e lì per lì mi sembrò una rivoluzione: l’assorbente interno in vacanza mi avrebbe consentito di vestirmi come volevo, di fare il bagno con i miei amici e di sentirmi perfettamente a mio agio nonostante le mestruazioni. Poi mi soffermai sulla parola “interno” e mandai il bel piano alle ortiche. Ero vergine, abbastanza disinformata sul mio apparato riproduttivo e tutto ciò che lo riguardava mi spaventava parecchio; non sapevo cosa sarebbe successo inserendo un corpo estraneo nella mia vagina e l’idea del tampone improvvisamente non mi sembrò più così geniale.
Tralasciando le paure di una quindicenne, gli assorbenti interni sono davvero la miglior soluzione per vivere in libertà “quei giorni”? La risposta è NO e ora vi spiego il perché.
DI COSA È FATTO IL MIO ASSORBENTE?
I tamponi in commercio vengono realizzati con percentuali variabili di fibre naturali e/o sintetiche, per questo motivo, durante il processo di produzione, vengono più volte sottoposti a trattamenti chimici che servono a renderli più bianchi o a dar loro una profumazione.
Le sostanze chimiche con cui vengono trattati non sono riportate tra gli ingredienti sulla confezione, perché le aziende si auto-testano e auto-regolano; questo mette i soggetti sensibili a rischio di irritazioni e reazioni allergiche fino ad arrivare allo shock anafilattico.
Voi leggete 100% cotone, vi fidate, comprate e intanto che il tampone vi assorbe il sangue c’è l’altissima probabilità che le vostre mucose assorbano qualcosa di nocivo e potenzialmente rischioso per la salute.
COME FUNZIONA IL MIO ASSORBENTE?
Se non eravate già convint* al punto 1, vi chiedo, sapete come funziona l’assorbente interno? Facile, viene inserito in vagina (lasciando il ben poco igienico cordino – anche esso assorbente – a penzoloni) e lui sta lì e assorbe. E cosa assorbe? Facile anche questa, sangue. Risposta vera ma parziale, perché durante il ciclo non perdiamo solo sangue ma anche degli umori con un ph acido. Quindi se il tampone assorbe anche questi importanti umori composti da batteri buoni che puliscono la vagina, sapete che succede? Succede che le vostre mucose sono indifese e aumenta il rischio di infezioni batteriche come la vaginosi. Inoltre il tampone, rimanendo all’interno, impedisce alla vagina di auto-pulirsi dal ristagno di sangue.

LA SINDROME DA SHOCK TOSSICO
Proprio per via dei materiali superassorbenti di cui sono fatti, delle sostanze chimiche con cui vengono trattati, del fatto che assorbono gli umori vaginali impedendo alla vagina di restare pulita e per il fatto che sono così comodi che ci si dimentica di averli indosso (e quindi, ahimè, di cambiarli), gli assorbenti interni mettono chi li usa nelle condizioni di sviluppare la sindrome da shock tossico. Negli anni ‘80 ci fu una vera e propria epidemia legata a questa sindrome, che nel 2012 è tornata alla ribalta quando la modella Lauren Wasser ha rischiato di perdere la vita.
La sindrome da shock tossico (o TSS) è un aggravamento delle infezioni batteriche dovuto in gran parte dei casi ad uno stafilococco che si moltiplica nell’ambiente favorevole creato dall’assorbente interno e inizia a creare tossine che entrano nel flusso sanguigno portando alla cancrena e al successivo collasso degli organi.
NON SONO ECOLOGICI E NEMMENO ECONOMICI
Per gli ossi duri che diranno “Ma dai, mica può capitare a me, mi lavo sempre le mani” ho solo due cose da aggiungere: gli assorbenti interni inquinano e costano tanto.
Si stima che ogni anno vengano gettati circa 45 miliardi di prodotti per il ciclo mestruale e che la percentuale più alta sia quella legata agli assorbenti interni e relativi applicatori e confezioni. Notate bene che non ho specificato DOVE vengano gettati i suddetti, perché il più delle volte non si tratta del cestino della spazzatura; molto più semplice mandarli giù per lo scarico del water e via, direttamente negli oceani.
Li buttate nella spazzatura? Siete molto brav*, ma il più delle volte sono fatti di materiali non biodegradabili e quindi inquinano lo stesso. Comprate solo quelli fatti di 100% fibre naturali? Buon per voi, ma comunque sono impregnati di sangue, il che li rende non riciclabili.
E le confezioni, che anche se sono di cartone danneggiano l’ambiente?
E gli applicatori che il più delle volte sono fatti di plastica? Lunga pausa, nessuna risposta!
Infine, calcolando che il menarca (il primo ciclo mestruale) arriva più o meno verso i 10 anni e continua fino diciamo a 50, significa almeno 40 anni di mestruazioni.
Considerato che per un corretto utilizzo, si consiglia di cambiare il tampone ogni 4 ore e che quindi nell’arco di una giornata useremmo circa 5/6 assorbenti interni (per chi ne usa meno e quindi non li cambia consiglio di rileggere con più attenzione i paragrafi sopra). Stimando un ciclo di 5 giorni significa che usiamo almeno 20 tamponi al mese.
Una confezione di tamponi da 20 costa circa 6€ che per 12 mesi fa 72€ all’anno. Per 40 anni di mestruazioni sono 2880€ di assorbenti interni.
Giusto per darvi un’idea, la coppetta mestruale costa a dir tanto 30€ e dura 10 anni, che per 40 anni di mestruazioni fa 120€.
L’ALTERNATIVA
Esistono diverse alternative agli assorbenti interni, ciascuna più o meno adatta alle vostre esigenze, al vostro stile di vita, alle vostre paure, ai vostri tabù e sicuramente più rispettose dell’ambiente e del portafogli.
La coppetta per cui vi rimando a questo articolo.
Gli assorbenti lavabili.
Le mutandine assorbenti.
Insomma, sarà stata la fifa, sarà stato che raggiunta la maggiore età ho iniziato a programmare le mie vacanze in base al ciclo, sarà che ho sempre preferito la montagna al mare, ma io gli assorbenti interni non li ho mai usati…
E mi sa che ho fatto bene!
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Ciao! La domanda è un po’ fuori tema rispetto all’articolo, ma hai manzionato il fatto che gli assorbenti impregnati di sangue non possano essere riciclati. Mi è preso un colpo, perché mi risultava che gli assorbenti compostabili potessero essere riciclati. Sono in errore?
Cara Barbara, non penso che questo sia il modo giusto di “fare cultura”. Quanto detto nel post è sicuramente vero, ma a me sembra un fastidioso (e non richiesto) attacco alle donne che fanno uso di assorbenti interni più che una spiegazione del perché questi ultimi andrebbero evitati. Mi spiego meglio: il continuo ricorrere alla seconda persona plurale per dissociarti dalla popolazione (eretica!) di consumatrici di assorbenti interni, la conclusione in cui tu ti vanti (sì, perché dopo questo articolo sembra veramente un vanto) di non averli mai usati, senza contare che non hai portato nessun dato clinico a sostegno della tua tesi.
Non discuto sulla veridicità di quello che dici, perché so benissimo che hai ragione, ma sono dell’idea che con parsimonia, accortezza e cura dell’igiene si possano benissimo usare questi benedetti assorbenti interni. Bisogna anche ridimensionare lo spauracchio della TSS: ha un’ incidenza di 0,5 casi su 100000, che fa di essa una condizione molto molto rara, e usando in modo adeguato gli assorbenti interni il rischio di contrarla diminuisce notevolmente. Bisognerebbe informazione su COME usare questi assorbenti al meglio, per ridurre i rischi, far prendere coscienza alle ragazze giovani senza demonizzare le loro scelte, e insieme fare divulgazione anche sulla coppetta, affinché diventi sempre più usata.
Saluti, Laura
Ho usato gli assorbenti interni solo in due occasioni: la prima ero proprio al mare e l’idea di perdermi 3 dei 7 giorni di immersioni e nuotate alla Ariel, mi faceva impazzire.
Non li ho trovati comodi, ma la fortuna vuole che per via dei bagni dovevo cambiarli molto più spesso.
Come alternative, invece, parli di coppetta mestruale o comunque di assorbenti green.
Ma gli assorbenti ora diventati i classici?
Sì, quelli di marca (e per marca intendo quella tipologia più costosa) hanno anche loro le profumazioni e sono trattati. E in effetti mi è capitato da adolescente di avere delle irritazioni nell’interno coscia.
Ma ci sono anche assorbenti più semplici, senza aggiunta di strani agenti chimici. O anche questi sono diventati off limits?
Ottimo articolo, informazioni interessanti.