Articolo di Benedetta Geddo
Quando mi sono scoperta bisessuale, non avevo mai visto o letto un personaggio che avesse il mio stesso orientamento sessuale. Non credo ci sia troppo da stupirsi: avevo appena iniziato ad appassionarmi davvero alla cultura pop e la cultura pop aveva appena iniziato a presentare personaggi appartenenti alla comunità LGBTQ+ (o almeno, così a me sembrava). Da quando però ho capito che quel rosa, quel viola e quel blu rappresentavano proprio me, ho tenuto sempre occhi e orecchie ben aperti per trovare qualcun* che fosse come me e che amasse come me, perché la rappresentazione non è cosa da poco: se siamo una specie che per sopravvivere si racconta storie (e lo siamo) allora dobbiamo rivederci in queste storie per rassicurarci sulla validità della nostra esistenza.
Ecco, non è sempre facile. Rappresentare la bisessualità non è ancora così comune e, anche quando la si vede rappresentata, è spesso infestata da una miriade di trope e cliché negativi che devastano completamente la percezione che il grande pubblico ha di questo orientamento sessuale. Ma questo è un altro discorso. Quello che vorrei fare qui, invece, è compilare un piccolo elenco di dieci personaggi bisessuali che ho incontrato sulla mia strada di pop culture enthusiast, e dare la mia Personalissima E Bisessuale Opinione sulla rappresentazione che fanno: positiva o negativa? Sono buoni personaggi bisessuali o sarebbe stato meglio cambiarne qualche aspetto? A ogni personaggio darò anche un punteggio: da 0 a 5 bandierine.
Ovviamente non mi è possibile parlare di ogni singolo personaggio bisessuale che abbia mai preso vita sulla carta o sullo schermo: in questo elenco troverete quelli che conosco (e solo quelli dichiaratamente bisessuali, non quelli che “forse potrebbero esserlo c’è del forte sottotesto però noi non ci pronunciamo interpretate come volete”), quelli sui quali ho formato un’opinione e quindi ho qualcosa da dire. Prima di iniziare con la lista, però, c’è un doveroso spoiler alert da fare quindi procedete con attenzione (soprattutto per i personaggi verso la fine della lista).
1. MAUREEN JOHNSON – RENT
Maureen è stata forse la prima persona apertamente ed esplicitamente bisessuale che io abbia mai visto su uno schermo, ed è proprio quello il suo merito: è stata uno dei primi personaggi bisessuali in circolazione, e soprattutto uno dei primi personaggi bisessuali in un prodotto mainstream. Il problema è che Maureen è anche il perfetto esempio di come spesso la rappresentazione della bisessualità sia costellata di cliché negativi che poi hanno conseguenze reali sulla comunità stessa: nel caso di Maureen, il trope è quello del* bisessuale che flirta con chiunque abbia a tiro e che è patologicamente incapace di rimanere fedele in una relazione esclusiva proprio perché è bisessuale e quindi ha, come dire, “il doppio delle prede da cacciare”. Un pregiudizio che ancora adesso rimbalza all’interno della comunità, dove un* partner bisessuale è visto come un “rischio” perché appunto, alla prima occasione potrebbe tradire, avendo il doppio delle possibilità di farlo.
Quindi insomma, bene perché c’è della rappresentazione ma male perché la bisessualità del personaggio in questione è indicata come “causa” dei suoi comportamenti sbagliati. Punteggio: 2 bandierine su 5.
2. CALLIE TORRES – GREY’S ANATOMY
Ho sempre seguito “Grey’s Anatomy” in maniera casuale, un episodio sì uno no, saltando intere stagioni e dimenticandomi i nomi dei personaggi. La dottoressa Callie Torres però ha un posto speciale nel mio cuore, perché, come Maureen è stata la prima bisessuale che io abbia visto al cinema, Callie è stata la prima ad apparire sullo schermo del mio televisore. Buona parte delle sue storyline nelle prime stagioni dello show si concentrano proprio sulla scoperta della sua bisessualità, che diventa una parte integrante del suo personaggio e non viene mai sminuita nemmeno attraverso tutti gli intrecci amorosi che popolano il Seattle Grace Hospital. Punteggio: 4 bandierine su 5.
3. MAGNUS BANE – SHADOWHUNTERS
Ancora ho ben chiaro nella testa il momento in cui ho letto che Magnus Bane, Sommo Stregone di Brooklyn, “si considera più un bisessuale disinvolto”. E certo, la saga fantasy di “Shadowhunters” (in qualsiasi forma, da quella originale libresca passando per quella cinematografica a quella televisiva) non è un esempio di qualità stellare ma è quella che mi ha regalato il primo personaggio bisessuale nel mio genere narrativo preferito, all’interno del quale vivo e sogno più o meno da una vita intera.
Il dettaglio che amo particolarmente di Magnus Bane in tutte le sue incarnazioni è che sarebbe molto facilmente potuto essere un cliché negativo: sarebbe stato veramente semplice far risultare un personaggio descritto come stravagante e affascinante, con poteri straordinari e vivo da almeno qualche secolo lo stereotipo ambulante del bisessuale depravato e traditore seriale. Invece Magnus ha sì avuto una quantità non meglio specificata di relazioni, alcune durature e altre no, ma viene sempre descritto come un compagno rispettoso. Punteggio: 4 bandiere su 5.
4. ROSA DIAZ – BROOKLYN NINE NINE
Nella storyline del coming out di Rosa, che è un punto di svolta chiave per il suo personaggio, spunta quell’elemento di tragedia queer che mi fa sempre storcere un po’ il naso: non perché i personaggi LGBTQ+ non possano essere parte di storyline drammatiche, ma perché spesso fanno parte solo di quelle. Per molti sceneggiatori e produttori e registi c’è ancora l’idea che l’unica storia LGBTQ+ che si possa raccontare sia una storia drammatica senza neanche l’ombra di un lieto fine, come se fosse ancora il 2005 e fossimo ancora tutt* su Brokeback Mountain assieme a Jack ed Ennis. Quindi insomma, l’idea della tragedia queer non mi fa impazzire: va detto però che nel caso di Rosa è dosata in maniera giusta e soprattutto porta a un finale che è più positivo che negativo e quindi è meno peggio di tanti altri casi.
È bello anche vedere un personaggio che, dopo molte speculazioni da parte della fanbase dello show e ammiccamenti vari ed eventuali nel sottotesto, smette di essere solo queer-coded e diventa queer out and proud (cosa che sarebbe ora “Brooklyn Nine Nine” facesse anche con Jake, ecco). Punteggio: 3 bandierine su 5 (e tutto il mio cuore).
5. KORRA – LEGEND OF KORRA
Solo il coming out di un altro personaggio in questa lista mi ha fatta saltare sulla sedia tanto quanto quello di Korra. Non credevo davvero che gli sceneggiatori avrebbero portato questa storyline fino in fondo, perché non era mai successo all’interno del mondo di Avatar e perché quando è stata scritta (nel 2014) non c’erano ancora grandi precedenti di relazioni LGBTQ+ nella storia dell’animazione occidentale: Korra e Asami, il suo interesse amoroso, sono state quel precedente.
Korra ha uno degli sviluppi più organici che io abbia mai visto, sia nella scoperta della bisessualità che nella relazione con Asami che cresce da rivalità per le attenzioni dello stesso ragazzo ad amicizia piena di profondo rispetto e sostegno ad amore. Meriterebbe il punteggio massimo, se non fosse che, nonostante gli sceneggiatori abbiano fatto questo grosso passo avanti, non hanno davvero dato conferma del fatto che Korra e Asami fossero una coppia nel testo vero e proprio della serie ma solo a posteriori, a parole. Punteggio: 4 bandierine su 5.
6. PIPER CHAPMAN – ORANGE IS THE NEW BLACK
Se questi personaggi fossero ordinati in base all’affetto che provo nei loro confronti, Piper Chapman sarebbe proprio l’ultima. E va bene così, perché un personaggio che ha il nostro stesso orientamento sessuale non ci deve piacere per forza: ogni tanto sento questo impulso a dire “beh dai è l’unico personaggio LGBTQ+ della serie: non possono non sopportarlo” che non ha molto senso, visto che l’appartenenza alla comunità non è un marcatore di statura morale fuori dal comune. Così come è pieno il mondo di persone LGBTQ+ che non sono belle persone, allora è giusto che ci siano personaggi LGBTQ+ che non sono personaggi buoni.
Però, per quanto Piper mi piaccia molto poco, il modo in cui è gestita la sua bisessualità mi soddisfa abbastanza. Punteggio: 3 bandiere (e mezzo) su 5.
7. OBERYN MARTELL – A SONG OF ICE AND FIRE
In una serie che di rappresentazione ne ha davvero poca, Oberyn Martell brilla come un faro assieme a Ellaria Sand ma merita il primo voto disgiunto su questa lista: tre bandiere su cinque se si parla dell’Oberyn di “A Song Of Ice And Fire” ma due bandiere su cinque se invece ci concentriamo su quello di “Game Of Thrones”, al quale non basta avere il viso di Pedro Pascal per salvarsi dal modo in cui lo show faceva sexploitation a destra e a manca. Si potrebbe anche parlare del problema del bury your gays, visto che Oberyn fa una fine particolarmente brutta e particolarmente grafica, ma è anche vero che quasi ogni singolo personaggio nel lavoro di George R.R. Martin finisce sottoterra in maniera più o meno brutale. Punteggio: 2 (o 3) bandiere su 5.
8. JAMES FLINT – BLACK SAILS
Inizio col voto: James Flint prende cinque bandiere su cinque. Per un’infinità di motivi, in realtà. La rivelazione della sua backstory, e quindi della sua bisessualità, nella seconda stagione di “Black Sails” è uno dei colpi di scena più magistrali che io abbia visto negli ultimi anni: all’inizio il pensiero nemmeno ti sfiora, poi cominci a sospettare, poi ti chiedi se davvero vogliano andare a parare lì, e poi succede e tutto diventa chiaro. Se nella prima stagione sembra un cattivo e basta, un pirata senza scrupoli come tanti altri, dopo la rivelazione diventa un eroe tragico, un uomo alla ricerca di vendetta davanti a quello che è l’impero più potente del mondo. Quello che muove il personaggio di James Flint è tutto nella backstory, tutto nella sua storia d’amore, in un dolore che Toby Stephens interpreta proprio magistralmente.
Quindi sì, il pirata bisessuale che vuole portare avanti una one-man war contro l’impero britannico non può prendere niente di meno che il massimo dei voti. Punteggio: 5 bandierine su 5.
9. QUENTIN COLDWATER – THE MAGICIANS
Se avessi scritto questo articolo giusto un annetto fa, Quentin avrebbe probabilmente preso molto di più di quanto io sia disposta a dargli adesso. La bisessualità di Quentin viene stabilita abbastanza presto all’inizio di “The Magicians”, anche se poi passa in secondo piano per un bel po’ di episodi. Improvvisamente gli sceneggiatori se ne ricordano e costruiscono attorno a lui e al suo interesse amoroso una storia delicata e bellissima e straziante finché non decidono di fare un’inversione di marcia talmente brusca da lasciare tutto il fandom con un colpo di frusta cosmico e che finisce in bellezza con un esempio da manuale di bury your gays. Che dire.
Ho amato Quentin davvero molto, perché mi ci sono rivista talmente tanto che a volte sembrava di guardare uno specchio, e vorrei potergli dare un voto più alto: il trattamento che ne hanno fatto gli sceneggiatori però è veramente tremendo. Punteggio: 2 bandierine su 5 (+1, per motivi sentimentali).
10. ANDROMACHE THE SCYTHIAN – THE OLD GUARD
Andromache, o Andy, è l’ultima arrivata della lista: “The Old Guard” è la mia iperfissazione più recente, e infuria nella mia testa proprio mentre scrivo questo articolo. Ci sono molti tratti del personaggio di Andy che amo, molti aspetti che la rendono una boccata d’aria fresca nel genere dei fumetti (dove è nata la storia) e del film d’azione (dove l’ho scoperta). Quello però che amo di più di Andy è extradiegetico e non dipende da lei in quanto personaggio ma dal suo autore, che ha capito che far credere che un’immortale che ha più o meno seimila anni non si sia mai innamorata di persone di genere diverso è veramente chiedere troppo a chi legge. Ed è proprio per questo, per questo enorme dito medio all’eterosessualità obbligatoria che sta proprio alle basi di “The Old Guard”, che anche Andy merita il massimo dei voti. Punteggio: 5 bandierine su 5.