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Appunti: una newsletter per confrontarsi e imparare [Progetto Sorellanza]

Appunti: una newsletter per confrontarsi e imparare [Progetto Sorellanza]

Articolo di Valeria Rapa

Alessandra ed io ci siamo conosciute all’Università di Torino, il primo anno del corso di Lingue e Culture per il Turismo. È stato sbirciando sui suoi appunti durante un appello d’esame che ho visto il suo nome sul suo quaderno e ho deciso di cercarla su Facebook e aggiungerla agli amici. A ripensarci non è stato un modo molto ortodosso per iniziare un’amicizia duratura, ma ha funzionato alla grande. Dopo poco tempo, abbiamo iniziato a capire di poterci fidare l’una degli appunti dell’altra – cosa non da poco quando i professori si divertono ad accavallare gli orari delle lezioni e si è costrette a saltare qualche corso, per quanto a malincuore. Dopo la laurea, lei si è trasferita a Berlino per continuare a studiare, mentre io ho cominciato subito a lavorare. Nonostante la distanza, non abbiamo smesso di sentirci: su certi temi, lei era l’unica persona con cui mi sentivo sulla stessa linea d’onda. Il femminismo, innanzitutto. I diritti umani e le migrazioni, su cui lei si stava specializzando. Il cambiamento climatico e l’attenzione all’ambiente. Il mondo intorno a noi, la ricchezza e la paura del relazionarsi ogni giorno con persone di Nazioni, culture e lingue diverse. Le nostre conversazioni su WhatsApp hanno cominciato ad essere una raccolta incredibile di screenshot di post di Instagram, link ad articoli di varie testate nazionali e straniere, canali YouTube, film, libri.

Un giorno, in uno dei soliti interminabili messaggi vocali, ci siamo dette quanto sarebbe stato bello continuare a fare quello che stavamo facendo, ovvero scambiarci idee e consigli, con un gruppo più ampio di persone. Per un po’ è rimasto un desiderio astratto: vedevamo tante persone divulgare cultura su queste tematiche, molte di loro in modo eccezionale. Avremmo avuto le stesse capacità, competenze, energie? Dovevamo inoltre ricordarci che abitiamo a più di mille chilometri di distanza l’una dall’altra. Abbiamo messo da parte questa idea per un po’ finché, dopo mesi, Alessandra è tornata per qualche giorno a Torino e ci siamo date appuntamento per fare aperitivo nel solito bar di sempre. Con me ho portato un quaderno, su cui avevo disegnato con pennarelli colorati il layout della versione primitiva del nostro futuro progetto.

Così è nata “Appunti”, la newsletter mensile che curiamo da dicembre 2019.

“Appunti”, come quelli che ci hanno permesso di conoscerci all’inizio e come quei consigli che non abbiamo mai smesso di passarci. Il formato della newsletter è stato quello che ci ha infine convinto più di tutti. Ci dà la possibilità di avere tempo per riflettere e concentrarci su un tema diverso ogni mese, raccogliere ciò di cui vogliamo parlare e metterlo insieme come se dovessimo semplicemente raccontarlo l’una all’altra. Fin da subito siamo state d’accordo sul voler tenere questo progetto come qualcosa che ci desse soddisfazione, non stress. “Diamoci una data di scadenza per avere pronto il primo numero, poi se non riusciamo va bene lo stesso”, ci siamo dette e ci credevamo davvero. Una settimana prima della data fissata, però, era tutto pronto e da allora non siamo mai state in ritardo: ogni 4 del mese la nostra newsletter parte e raggiunge le caselle di posta dei nostri iscritti. “Appunti” è la nostra conversazione tra di noi e chi ci legge e prende forma con naturalezza ed entusiasmo, settimana dopo settimana.

In parallelo, ci siamo rese conto che la newsletter non poteva esistere da sola. Avevamo bisogno di uno spazio per parlare del progetto, per farci conoscere e anche per non lasciare completamente soli i nostri fedeli lettori e le nostre fedeli lettrici tra un’uscita e l’altra. Così abbiamo aperto l’account Instagram di “Appunti”: ogni mese pubblichiamo i vari argomenti di cui abbiamo parlato nella newsletter e raccogliamo pareri e suggerimenti da parte di chi ci segue. Niente ci rende più felici di parlare con chi ci legge e ha voglia di dirci la sua: è esattamente questo spirito che guida “Appunti”, aprire la conversazione e ampliare il gruppo di discussione. Abbiamo poi avuto prova concreta di come questo si traducesse anche nella vita reale. Alcuni nostri amici, amiche, parenti che si sono iscritti alla newsletter un po’ sulla fiducia, un po’ per gentilezza, ma non del tutto per convinzione, si sono ricreduti e hanno iniziato ad apprezzare i nostri contenuti. Persone che non avevano mai sentito parlare di femminismo hanno iniziato a chiederci di saperne sempre di più. Parenti con cui abbiamo riscoperto un rapporto lasciato da parte da tempo hanno lodato con stupore e orgoglio i nostri contenuti. Amici che non sapevamo avessero a cuore simili tematiche ci hanno ringraziato per averne parlato, perché loro stessi non sapevano a chi rivolgersi.

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Condividiamo le nostre riflessioni ogni mese con persone che spesso ci chiedono di continuare a raccontare e ci suggeriscono nuovi temi. Il tutto divertendoci, continuando a sentirci anche se lontane e allo stesso tempo studiando e facendo ricerche. Imparo sempre da ciò che scrive Alessandra, così come scopro qualcosa di più su di me quando mi vedo lavorare con passione e impegno.

Quando la redazione di Bossy ci ha scritto che avrebbero avuto piacere a inserirci tra le realtà raccontate dal progetto Sorellanza, mi è esploso il cuore. Mi sono avvicinata al femminismo in modo più serio e consapevole nel 2015 e Bossy è stato uno dei miei primi riferimenti, che non ho mai abbandonato e che mi ha insegnato tantissimo. Parteciparvi anche solo in piccola parte è per me la conferma che qualcosa di giusto non solo l’ho imparato, ma l’ho anche messo a frutto. Ed esserci riuscita insieme ad Alessandra, insieme ad “Appunti”, è quanto di più bello potessi desiderare.

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