Articolo di Ketty Rotundo
Mi chiamo Ketty Rotundo, ho 37 anni, sono nata e cresciuta in Calabria. Ho la passione per la scrittura fin da bambina. Mia madre mi racconta spesso che già da piccolissima passavo il tempo a scarabocchiare fogli facendo finta di scrivere. Ho iniziato con i classici diari segreti, nei quali raccontavo minuziosamente le mie avventure da adolescente timida e introversa. Poco più tardi ho iniziato a collaborare con riviste locali pubblicando poesie e qualche racconto breve. La passione per la scrittura va di pari passo con quella letteraria. Alterno momenti di lettura compulsiva a momenti più “calmi” nei quali studio da autodidatta.
A scuola non brillavo, i miei voti non erano alti e non mi piaceva studiare. Cosa che, se potessi tornare indietro, farei con più dedizione. Ma il tempo per imparare c’è sempre, no? All’università ho studiato Scienze del Servizio Sociale, ma non mi sono mai laureata. Ho lasciato gli studi nonostante mi mancassero pochi esami. Oggi me ne pento? Un po’, ma non ho grossi rimpianti a riguardo. Ho un lavoro che mi consente di mantenermi da sola da dodici anni e allo stesso tempo mi permette di coltivare le mie passioni e portare avanti il mio progetto.
Mi sono appassionata alla letteratura erotica nel 2013, conoscendo quella che sarebbe diventata la mia seconda scrittrice preferita, Anais Nin (il primo è John Fante), con la sua raccolta di racconti più conosciuta “Il delta di Venere”. Ho così iniziato a scrivere i miei primi racconti erotici. Ho sempre parlato tranquillamente di sessualità ed erotismo. Ho avuto la fortuna di avere due genitori che, sì, avevano vergogna nel parlarmi di certi argomenti, ma allo stesso tempo mi hanno lasciata libera di esprimermi e conoscermi. Mi hanno insegnato una cosa che oggi reputo importantissima: essere se stessi, sempre e comunque, nel rispetto degli altri.
Nel 2016 ho deciso di aprire un blog per raccogliere racconti erotici. Inizialmente voleva essere un posto secondario al mio blog principale, ma poi, per gioco, ho pensato di chiedere a persone esterne di scrivere racconti erotici. Ho lanciato il mio primo appello su Facebook non pensando minimamente che la cosa avrebbe riscosso successo.
Il mio progetto si chiama Clitoridea. È un gioco di parole, come si può vedere dal suo logo. È un progetto nato tra le lenzuola, nel preciso momento dopo il piacere, quando il corpo rilascia tutta la tensione. Intenta a fissare il soffitto e le sue crepe, riflettevo sulla forza e grandezza che può raggiungere la nostra sessualità. Pensavo a quanto sia importante e prezioso il proprio corpo e la propria intimità. L’erotismo è qualcosa di connaturato in noi, che facciamo trapelare con uno sguardo, il gesto ingenuo di una mano, un sorriso timido, una risata sonora che finisce con il mischiarsi a un respiro altrui.
Ma l’erotismo non si affianca solo al sesso. A volte rimane appeso. Mi piace immaginarlo come un seme avvolto da una bolla. Un seme che deve germogliare e che si evolve nella mente di chi l’erotismo lo vive con libertà e senza pregiudizi, rivolgendo lo sguardo alle varie forme d’arte che nei secoli hanno parlato, cantato, dipinto, fotografato e scritto di arte erotica. Lo scopo primo di Clitoridea è quello di raccogliere racconti erotici, così da poter dar “voce” a tutti quelli che già scrivono o che avrebbero voglia di farlo, prendendo come spunto un argomento che incuriosisce e ci permettere di conoscere di più noi stessi. Ma non solo.
Il progetto Clitoridea nasce anche con l’obiettivo di far conoscere la letteratura erotica, che negli anni ha perso valore e viene confusa con altri generi letterari quali il “romance”. Clitoridea vuole provare a orientare i suoi passi verso un mondo nel quale una persona possa esprimersi senza essere etichettata e giudicata. Vuole aprire uno spazio nel quale la libertà di espressione, i dialoghi sulla sessualità e l’erotismo, non siano più un tabù, ma argomenti naturali di cui parlare nella quotidianità.
Insieme alle esperienze dei miei followers ho imparato a conoscere anche me stessa – e i miei limiti. E credo fermamente che parlare di sessualità, in modo sano e libero, possa farci comprendere noi stessi anche in altri aspetti della vita. Siamo cresciuti in una società patriarcale che ci ha indotto a pensare che donne e uomini abbiano dei ruoli prestabiliti e diversi tra loro. Ciò ha portato a pregiudizi, nascita di stereotipi e ancor peggio a discriminazioni di (ogni) genere. Ma è possibile il cambiamento? Direi proprio di sì. Mi sento parte di un miglioramento in prima persona.
Io ero quella che fino a qualche tempo fa storceva il naso quando sentiva la parola “Femminismo”; perché? Perché non sapevo semplicemente cosa fosse davvero, anche se in realtà ha sempre fatto parte della mia persona. Ma c’era in me il seme del patriarcato, che nel corso degli anni si era radicato e sviluppato portandomi ad avere anche pregiudizi, seppur leggeri. Con l’aiuto del mio stesso progetto ho avuto modo di conoscere realtà alle quali non mi ero mai affacciata.
Come il collettivo Fem.In (Cosentine in lotta), che propone un femminismo intersezionale, quindi di inclusione, proponendo, tra le tante iniziative, il miglioramento della situazione ospedaliera nell’ambito dei consultori. Ho preso così la mia radice patriarcale e l’ho completamente sradicata. Ho cambiato visuale. Ho iniziato a guardare il mondo da un’altra prospettiva, che mi fa sentire parte integrante di una società che deve e può cambiare. Com’è possibile? Credo nel potere delle parole, del dialogo. E sono convinta che anche nel nostro piccolo possiamo fare tanto, confrontandoci con conoscenti e amici su quanto pregiudizi e discriminazioni siano un enorme problema per l’intera società.
Il progetto Clitoridea si è evoluto nei suoi primi due anni. Clitoridea si rivolge a tutti, senza distinzione di genere o etnia o di alcun tipo. È inclusivo. Perché solo insieme si può crescere, cambiare e lasciare una traccia concreta alle generazioni future affinché continuino il processo di cambiamento. Qual è il mio sogno attuale? Che l’educazione sessuale e affettiva vengano introdotte nelle scuole come materia di studio.
Potete trovare Clitoridea qui: