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Cercare nuovi punti di vista: Parola di Quattrocchi [Progetto Sorellanza]
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Cercare nuovi punti di vista: Parola di Quattrocchi [Progetto Sorellanza]

Articolo di Arianna e Francesca

“Sul web non c’è cultura, solo fake news.”
“Ti sei appena laureata, non ne sai ancora abbastanza.”
“Il web tira fuori il peggio dalle persone, molto meglio la realtà.”

Ecco, Parola di Quattrocchi è nato così, per sfatare miti e leggende.
Per dare spazio ai punti di vista, alla cultura e creare condivisione.

 

Siamo Arianna e Francesca, compagne d’università, sorelle Quattrocchi. A inizio 2017 ci è balenata in mente l’idea di contribuire al web, quello bello, quello in cui avevamo navigato per tutta l’adolescenza. Per farlo abbiamo costruito un magazine digitale dedicato alla pop culture. A questo punto, in genere, qualcuno ci ferma e ci chiede cos’è la pop culture. Oppure ci fa notare che in un certo senso tutto può essere “cultura popolare”. Mentre qualcun altro ci punzecchia dicendo che in fin dei conti è un blog, giusto? Quindi una specie di diario. Quindi che noia.

Ecco, direi di partire da uno di quei falsi miti che ci hanno portate a fare maturare un hobby fino a renderlo un magazine (sì, siamo irremovibili). Così forse sarà tutto più chiaro. Uno dei falsi miti più duri a morire è che le nuove generazioni siano poco interessate. Essere giovani sembra essere un difetto, a volte sembra quasi che prima della fatidica maturità non si sia in grado di distinguere la mano destra dalla sinistra. Questo gap generazionale è presente nel quotidiano, tanto da rendere difficile le conversazioni a tavola. I nipoti sono carini, che importa cosa hanno da dire? Hai letto le cose sui libri, non puoi davvero esserti fatt* un’opinione al riguardo.

La frustrazione di doversi sbracciare per avere un po’ d’attenzione, per finire un discorso in cui si crede con tutte le forze. Ecco perché Parola di Quattrocchi è un blog di punti di vista: oltre ai nostri, ci piace condividere quelli delle persone che intervistiamo, così come ogni commento ricevuto è fonte di riflessione. Sono difficoltà che conosciamo come i palmi delle nostre mani, che viviamo ancora oggi nonostante l’età, la formazione universitaria e quant’altro. Per questo vogliamo che il web dia il meglio a chi lo sfrutta, a partire dal renderlo un luogo sereno, dove si può interagire con entusiasmo e rispetto.

E a proposito di rispetto, rispondiamo alla domanda più frequente: perché Quattrocchi? Non si tratta di indossare gli occhiali, anche perché nel team mica tutti siamo “cecati”! È più che altro il desiderio di volersi togliere di dosso un appellativo negativo. O meglio, il voler pulire una parola, eliminare da una descrizione il valore negativo che le è stato dato. Perché avere gli occhiali dovrebbe essere un difetto? Perché c’è questa esigenza di prendere in giro per delle caratteristiche fisiche?

Parola di Quattrocchi ci offre l’occasione di parlare di tematiche importanti, non solo per le giovani generazioni, ma per chiunque si trovi ad affrontare il cyberbullismo e non sanno davvero che pesci pigliare. Ma davvero il web è un posto sicuro per mi* figli*? Se per noi scoprire internet, poter raggiungere l’altra parte del mondo, era – ed è – qualcosa di meraviglioso, per i nostri genitori è stato come mandarci allo sbando. Ci vedevano sole e indifese a navigare in questo mare sconosciuto, pieno zeppo solo di cose orribili e pericolose. Le community erano covi di malviventi, i forum non ne parliamo! Una volta cresciute abbiamo dato una forma a tutti questi timori, e con questo magazine alla portata di tutti vogliamo aprire un dialogo tra figli e genitori.

Ecco perché abbiamo puntato alla pop culture. Vogliamo creare un ambiente in cui le diverse generazioni possono ritrovarsi e riconoscersi, sia come individui sia come collettività. Per farlo partiamo dai libri. Scaviamo nel testo per mostrare i personaggi, ma soprattutto la persona che li ha creati. Leggere è un’attività che richiede tempo. Tempo per se stessi, per capire, ascoltare e riflettere. Con le recensioni vogliamo stuzzicare l’interesse, mostrare che un libro nasconde un piccolo universo in cui poter scoprire nuove realtà.

Possiamo quasi sentire l’assenso dei genitori, già pronti a dire che tanto i giovani non leggono: vi fermiamo subito. Voi leggete? Ma soprattutto, sappiate che a noi piace parlare anche di film, videogiochi e canzoni. Questo perché la pop culture non fa distinzione tra un mezzo o l’altro, l’importante è che arrivi al mittente. Ed è questo che la rende affascinante e allo stesso tempo fruibile. Una delle cose a cui teniamo di più, è mostrare come nel web ci siamo persone in carne e ossa, e non personaggi. Figure a cui ci si può ispirare e da cui si può imparare molto, a prescindere dall’età. Così come troviamo importante parlare di altri progetti culturali e sociali, o confrontarci su culture diverse dalla nostra.

Ogni volta che cerchiamo di fare questo ci vengono in mente gli album di figurine, le collezioni di francobolli o delle schede telefoniche ereditate da nonni o genitori. L’idea di poter mettere un tassello in più, di arrivare a creare una diramazione di curiosità e conoscenze ci fa sentire bene.
Una sensazione che speriamo di dare a chi ci legge.

Potete trovare Parola di Quattrocchi qui:
Sito
Facebook
Instagram
Alla loro mail – paroladiquattrocchi@gmail.com

View Comment (1)
  • “Possiamo quasi sentire l’assenso dei genitori, già pronti a dire che tanto i giovani non leggono: vi fermiamo subito. Voi leggete?”
    Già solo per questo vi meritate tutta la stima di questo mondo. Quanti adulti criticano i ragazzi a prescindere, senza neanche dare un’occhiata a se stessi o peggio attribuendo a loro i propri problemi (esempi: disinteresse verso la politica e le questioni sociali in generale, dipendenza dalla tecnologia, consumismo…)

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