Sui personaggi che a Verona si riuniranno al Congresso Mondiale delle Famiglie per parlare di famiglia nell’unico senso che ritengono giusto è veramente difficile articolare una critica che non sia semplicemente una catena d’insulti – però bisogna farlo, altrimenti si passa per quelli violenti. Già, perché l’ipocrita e aggressiva retorica usata da questa gente (che vuole decidere per tutti e tutte come funzionano le relazioni affettive) dice che quelli violenti e al potere sono coloro che cercano di difendere le libertà di tutti e tutte. Una contraddizione in termini.
Il panel di questo World Congress of Families XIII (che non merita la pubblicità di un altro link condiviso) è composto da politici e politiche di destra ed estrema destra, autorità religiose a dir poco tradizionaliste, psicoesperti e psicoesperte dalle posizioni inquietanti, gente che scrive libri o è presente in televisione a vario titolo, impegnata a difendere l’eterosessismo più ortodosso. Se dal punto di vista culturale questi personaggi appartengono a un mondo superato nei fatti da qualche secolo, sono però capaci di produrre un potere politico ed economico in grado di riportarci indietro nel tempo. Per fare solo un esempio, tra loro c’è quel senatore Pillon che ha proposto un disegno di legge (in materia di divorzio e aborto) semplicemente mostruoso.
E non solo. Questi e queste sono gli stessi che da molti anni costruiscono discorsi politici e culturali nei quali si rappresentano come vittime di “poteri forti” che vogliono, sostanzialmente, il disordine sociale, lo snaturamento degli esseri umani e la fine stessa di ogni comunità civile. Sono gli inventori della “ideologia gender” dalla quale si devono difendere i bambini. Sono ancora quelli che chiamano esagerazioni o esibizionismo qualsiasi manifestazione in difesa di diritti. Sono sempre quelli che diffondono una cultura della paura per alimentare politiche poliziesche, restrittive, liberticide. Sono coloro che s’inventano invasioni di musulmani smentite nei numeri, che vedono pericoli “islamici” inesistenti. E sono quelli che usano l’omosessualità come capro espiatorio.
Per dare un’idea più precisa dei relatori presenti al Congresso Mondiale delle Famiglie e delle loro posizioni in materia di diritti umani:
Dmitri Smirnov, arciprete ortodosso, paragona gli aborti effettuati in Russia all’Olocausto
Brian Brown, presidente dell’Organizzazione Internazionale della Famiglia, afferma che una delle conseguenze della messa in discussione della famiglia naturale è la normalizzazione della pedofilia
Theresa Okafor, attivista nigeriana, difende i governi di Nigeria e Uganda per aver voluto bandire ogni forma di apertura verso il riconoscimento delle unioni omosessuali
Alexey Komov, ambasciatore del Congresso delle Famiglie all’ONU, dichiara che il 90% della popolazione russa è contro il peccato dell’omosessualità
Igor Dodon, presidente della Moldavia, dopo le elezioni ha detto di non essere il presidente dei gay moldavi
Ed ecco alcune delle campagne mediatiche ad opera delle associazioni sostenitrici e promotrici del Congresso Mondiale delle Famiglie:
Se nella chiacchiera da bar (o da social) queste teorie possono essere facilmente ridicolizzate, quando si prepara un congresso mondiale al quale partecipano personalità dotate di potere politico, economico e religioso…c’è ben poco da ridere. Tanto per essere chiari, al WCF XIII parteciperanno esponenti politici di Paesi nei quali un progetto come Bossy è illegale secondo diverse leggi, e costerebbe a chi lo ha inventato e a chi vi partecipa anni di prigione. Paesi europei, non di altri pianeti.
Esattamente per lo stesso motivo per cui anche se sei bianco devi manifestare contro ogni forma di razzismo, chi non ha la benché minima intenzione di avere una famiglia o di sposarsi deve manifestare contro il WCF XIII e chiunque vi partecipi o lo sostenga. Queste persone non portano avanti solamente una idea di “famiglia” parecchio discutibile, ma anche una concezione di uomo e donna che va strenuamente combattuta. E sostengono la fine immediata e rapida di ogni idea diversa dalla loro. Come si chiama tutto ciò è noto da parecchio, ma anche quella parola è da tempo oggetto di una negazione diffusa – un’ottima strategia politica che viene sempre da quelle persone: denigrare la parola per identificarle, così nessuno le riconoscerà. In fondo vogliono solo ordine, strade pulite e “famiglie naturali”.
Ieri mi stavo rileggendo gli interventi di alcuni relatori e sinceramente mi domandavo se questo congresso si fosse tenuto davvero o meno. Alla fine di tutto la cosa che più mi inquieta di questi signori è la convinzione dell’esistenza di un Dio che passa la maggior parte del tempo a guardarci nelle mutande. Io trovo questo – si – una vera bestemmia.